Il tarantismo è un fenomeno storico religioso pugliese (precisamente salentino) che ha sempre destato molta curiosità da parte degli antropologi. Il termine deriva da “Taranto”, città in cui è nato questo rito-ballo esorcizzante.
La credenza vuole che il protagonista di questo rito sia una donna (ma talvolta erano anche gli uomini) che viene morsa da un ragno (tarantola o taranta, il cui nome scientifico è Ischnocolus) e per liberarsi dal veleno iniettato dal ragno deve sottoporsi al rito. Si tratta di un esorcismo a carattere musicale in quanto la donna guarisce attraverso la musica e la danza (come nelle danze sciamaniche). Il tarantato presenta disturbi molto simili a quelli dell’epilessia e dell’isteria, nonché un offuscamento dello stato di coscienza e turbe emotive. Al ritmo della pizzica o tarantella (musica dal ritmo sfrenato, detta tarantolata) il tarantato danza e canta per molte ore finché cade a terra sfinito: secondo la credenza popolare, infatti, mentre il tarantato consuma le proprie energie nella danza il ragno si consuma e soffre fino a morire. Alla fine della danza, infatti, il tarantato fa il gesto di schiacciare il ragno.
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