Carmelo Bene

Carmelo Bene




Scuola d'Italiano per Stranieri

Biografia di Carmelo Bene

Il 16 marzo 2002 moriva a Roma Carmelo Bene, uno dei massimi esponenti della cultura italiana.

Teatro soprattutto, ma anche cinema, letteratura, poesia, televisione. Un artista poliedrico quanto controverso, in vita e in morte, che la sua regione – la Puglia – ricorderà per sempre.

Carmelo Bene in una scena del film Hermitage Carmelo Bene in una scena del film Hermitage

Biografia

Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene (Campi Salentina, 1º settembre 1937 – Roma, 16 marzo 2002) è stato un attore, regista, drammaturgo, filosofo, scrittore e poeta italiano.
Nasce a Campi Salentina, in provincia di Lecce, alle ore nove e trenta del 1º settembre 1937, da genitori originari di Vitigliano, frazione di Santa Cesarea Terme. I suoi genitori, Umberto Bene (1900 - ?) e Amelia Secolo (1905 - 1992), gestivano una fabbrica di tabacco dove lavoravano diverse centinaia di giovani operaie. Bene era un bambino gracile, timido, introverso e taciturno. Sua madre era fervente cattolica e praticante, così il piccolo Carmelo si trova a servire «un'infinità di messe», sia a Campi Salentina che a Lecce, dove abitava la zia Raffaella, anche tre o quattro al giorno. Una vocazione, questa, che abbandona man mano, sino a diventare allergico a qualsiasi tipo di ritualizzazione religiosa.

Frequenta la scuola degli Scolopi di Lecce, mostrandosi critico verso i propri insegnanti, definiti successivamente nella sua autobiografia come incompetenti in teologia, bestemmiatori e pedofili. Trascorre così l'infanzia perlopiù fra i vezzi di questa moltitudine di ragazze, la scuola degli Scolopi e le gite domenicali a Lecce. Dopo gli studi presso l'Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi di Campi Salentina, ove frequenta le scuole medie e il liceo classico sino al secondo anno, conclude gli studi classici nel Collegio Argento dei Padri Gesuiti di Lecce.

In seguito si iscrive, diciassettenne, alla Facoltà di Giurisprudenza a Roma, senza tuttavia frequentarla, tranne inizialmente per quel che riguarda le lezioni di anatomia. Si iscrive allo stesso tempo al primo anno dell'Accademia Sharoff. Intanto da Lecce gli arriva la cartolina precetto e parte così per la visita di leva, ma, contrario a utilizzare 18 mesi delle sue «numerose vite» svolgendo mansioni ritenute inutili, riesce a evitare di svolgere servizio militare fingendosi omosessuale. Anche all'esame psichiatrico risulta la sua ambivalenza, guadagnando così l'attestato di RAM (ridotta attitudine militare).

Nel 1957 si iscrive all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica «Silvio D'Amico» e ne frequenta i corsi per un solo anno, ritenendoli inutili: esisteva un certo attrito fra lui e gli insegnanti, e lo stesso Carmelo Bene sintetizza i divergenti punti di vista affermando che «il metodo per risvegliare i sentimenti era l'accademia Sharoff, quello per addormentarli la Silvio D'Amico». Aggiungendo: «Per fortuna, dopo un anno passai a non frequentare la Silvio D'Amico». Diventò presto famigerata la battuta: «Come va? Non c'è Bene grazie». Bene ricorda che alla Silvio D'Amico, solo due insegnanti credevano in lui: l'insegnante di metrica e la signora Morino, trent'anni prima attrice con Ruggero Ruggeri.

A Roma i genitori gli pagano l'affitto e un minimo di vitto, perciò in questi primi anni romani Carmelo, per sostenere la propria vita sregolata, deve lavorare di astuzia e praticare sotterfugi. In questi anni si ubriaca frequentemente e fuma molto. Finisce spesso per essere arrestato: «Bastava girare con la barba non rasa di un giorno» per essere fermato, interrogato o addirittura arrestato.
Nel solo anno 1958 Carmelo Bene trascorse «trecentoventicinque notti nei vari commissariati di zona». Debutta ventiduenne in teatro con Caligola di Albert Camus nel 1959, per la regia di Alberto Ruggiero. Dopo le prime esibizioni romane torna a Campi Salentina con l'intento di sposare Giuliana Rossi, attrice fiorentina di sei anni più grande, mal vista dalla famiglia di lui. Il padre, in combutta con il primario, arriva a farlo internare al manicomio per un paio di settimane, con l'intenzione di scemare l'attrazione e l'intenzione a realizzare il matrimonio; Giuliana poi subisce esplicite minacce. Si sposano comunque a Firenze il 23 aprile del 1960, «più per accontentare la suocera che per effettiva vocazione» e dalla loro unione nasce un figlio, Alessandro, che viene allevato prevalentemente dai nonni materni e muore di tumore in giovane età il 3 ottobre 1965 all'ospedale Meyer di Firenze.

Carmelo Bene in una scena del film Un Amleto di meno
Carmelo Bene in una scena del film Un Amleto di meno

In questo periodo fiorentino avviene l'incontro letterario fondamentale della sua vita; legge l'Ulisse di James Joyce che lo affascina talmente da sconvolgerne il modo di pensare, sottraendogli gli ultimi residui di esistenzialismo. Dopo questo primo impatto letterario Carmelo Bene lascia Firenze, vivendo un periodo di «pura erranza», «scombussolato», senza una meta, prima di approdare a Genova. Nel 1960 conosce e si lega in amicizia con Aldo Braibanti e Sylvano Bussotti il quale cura le musiche dello Spettacolo - Concerto Majakovskij che si tiene a Bologna nello stesso anno. Con la seconda serie di repliche del Caligola del 1961, Bene diventa «regista di se stesso», e da Genova in poi, non delegherà più a nessun altro la regia del suo teatro. Tra il 1961 e il 1962 realizza il primo Amleto, «tutto shakespeariano, non ancora pervertito in Laforgue», ed il primo Pinocchio. Dalla Compagnia D'Origlia-Palmi, in auge a Roma tra gli anni trenta e settanta, Carmelo Bene ha modo di prelevare attori come Manlio Nevastri (in arte Nistri), Luigi Mezzanotte e Alfiero Vincenti.

Dal 1961 fino al 1963 costituisce il cosiddetto "Teatro Laboratorio" (con gli attori prelevati dall'anzidetta compagnia), realizzato in un locale di Trastevere, nel cortile al numero 23 di San Cosimato. Viene in seguito chiuso definitivamente a causa del fattaccio del «piscio» sulla platea e sull'ambasciatore argentino attribuito a Carmelo Bene, ma probabilmente perpetrato dal pittore argentino Alberto Greco. Al Teatro Laboratorio si allestiscono gli spettacoli cabaret con titoli significativi come Addio porco, una specie di happening, goliardata o presa in giro, che serviva a raggranellare denaro attirando gente snob e ricca a caccia di emozioni forti. Lo spettacolo Cristo '63 (registrato da Alberto Grifi ma che viene censurato) scatena più d'uno scandalo, fino ai tafferugli con la polizia.
Lo stesso evento si ripeté successivamente in una villa sulla Cassia Antica messa appositamente a disposizione da una gallerista col solo scopo di far rivivere quel fatidico happening, comprensivo di tafferugli, e questa volta furono i Re Magi che si misero a orinare addosso alle signore impellicciate. In questi primissimi anni, dal Caligola in poi, fino alla parentesi cinematografica, Carmelo Bene in definitiva non trae altro successo che dallo scandalo, come ricordano, fra gli altri, Franco Quadri, Lydia Mancinelli e lo stesso Carmelo Bene nella sua autobiografia. D'altra parte Giuliana Rossi descrive Carmelo come un irresponsabile, cinico, sprezzante verso il prossimo, ma fascinoso e accattivante. Questo suo comportamento biasimevole, però, veniva compensato da una forza creativa e una cura straordinarie che dedicava ai suoi spettacoli.

Il film Nostra Signora dei Turchi, uno dei più famosi di Carmelo Bene
Il film Nostra Signora dei Turchi, uno dei più famosi di Carmelo Bene


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